Avventura in
Messico – Le Avventure di Lord Abershaw di Ernesto Hornuni
Presentazione
Lord
Edward Abershaw è il prototipo del ladro gentiluomo. Insieme al suo amico Jack
utilizza, per le sue strabilianti imprese, ogni tipo di travestimento ed è
insuperabile nell'arte del furto, che esegue con raffinata arte. Egli ruba
soprattutto quando ha bisogno di denaro e per divertimento.
Sulla
scia della popolarità di personaggi come Arsenio Lupin e Rocambole, Lord Edward
Abershaw è un ladro gentiluomo che basa le sue storie su furti, riscatti,
tradimenti, fughe in auto, congegni misteriosi, sparizioni e quant'altro.
Qui
lo troviamo impegnato in Messico dove deve mettere in scacco un dittatore.
Incipit
— Devi esserti strapazzato in questi ultimi
tempi, mio caro Jack — diceva lord Abershaw all'amico mentre in sua
compagnia scorreva lo Stand per andare a desinare in uno dei tanti ristoranti.
Jack
si faceva vento col suo panama. Con quel caldo era più piacevole camminare a
capo scoperto.
— Macché! — rispose — Non mi sono strapazzato più di qualunque altro che frequenti un club.
Da che cosa deduci la pretesa sregolatezza della mia vita?
— Dalla tua piazzetta che si potrebbe chiamare
calvizie avanzata. La tua testa sembra un deserto sul quale non spunti più un
filo d'erba. Comperati una bella parrucca: chissà che allora tu non abbia
fortuna!
— Che cosa c'entra la fortuna con la parrucca?
— Molto. Le donne non amano i calvi. Da
Sansone in poi la capigliatura è stata sempre un ornamento di maschia bellezza.
Segui il mio consiglio, comperati una parrucca.
— Avresti l'intenzione di darmi moglie?
— Perchè no? Spesso prender moglie non è mettersi
un laccio al collo, come i pessimisti pretendono.
Jack
fece una smorfia.
— Caro Edward, i consigli che mi hai dato fino
a oggi, mi sono andati a genio, ma questo affare del matrimonio non mi va
affatto. Resto scapolo come te. È molto più pratico.
Lord
Abershaw si strinse nelle spalle.
— Chissà? Non possiamo dirlo nè tu nè io. E
poi, caro Jack, tu non devi prendermi come termine di paragone. In primo luogo
io sono già vicino alla quarantina, secondariamente, causa il mio sport che ha
per scopo di vuotare le tasche altrui, conduco una vita talmente sregolata che
non posso pensare a impiantare una casa. Potrei enumerarti molte altre ragioni
che mi hanno sempre impedito di formarmi una famiglia, tuttavia, spesso
rimpiango di non avere una casa e una donna amorosa, che abbellisca la mia
esistenza, spesso tanto monotona.
— È un rimprovero che mi fai? — replicò
Jack.
— Affatto. Tu sei un eccellente amico, che fa
di tutto per distrarmi, e ci riesce. Ma lasciamo quest'argomento adesso e
prendiamo quella viuzza, ho una fame da lupo.
Jack
guardò l'amico con stupore.
— Che vuoi fare in quel vicolo. Ristoranti non
ve ne saranno, immagino!
— Oh, qui ci sono ristoranti molto più
interessanti di quelli alla moda che abbiamo l'abitudine di frequentare. Vedi quell’insegna laggiù. È un'osteria
olandese dove puoi mangiare le migliori «crevettes» e bere un ginevrino
eccellente. Naturalmente, tavoli e servizio, non hanno l'eleganza di un grande
ristorante, ma ciò non toglie che io ci vada molto volentieri.
— Scommetto che nemmeno i poliziotti si
arrischiano in ambienti simili. Non comprendo le tue strane preferenze.
— Hai ragione: i poliziotti non vengono mai in
questi ristoranti. Vi trovi però una compagnia interessantissima: profughi
russi, demagoghi anarchici con la loro coorte di discepoli, avventurieri e
anche persone per bene.
— Una bella compagnia!
— Interessante, vuoi dire. Ho passato delle
ore nel mio cantuccio a tendere l'orecchio ai discorsi di questa brava gente.
Apprendi cose che un romanziere, per quanta fantasia abbia, non riuscirebbe ad
immaginare. E adesso entriamo in quel ristorante italiano dove potrai mangiare
i maccheroni più genuini che esistono a Londra.
Entrarono
in un vestibolo angusto e buio pieno dei caratteristici aborrii della cucina
italiana. Di là passarono nel ristorante propriamente detto, due stanze
pulitissime piene di tavoli coperti di candide tovaglie.
Da
una stanza appartata provenivano i trilli di un mandolino accompagnato
dall'indispensabile chitarra.
Lord
Abershaw e Jack presero posto ad un tavolo. Furono serviti da una matrona
italiana che doveva ben conoscere lord Abershaw a giudicare dalla confidenza
con cui lo trattava.
Jack
Doyle fu obbligato a convenire che la cucina italiana può rivaleggiare con la
tanto rinomata consorella francese; una cosa soltanto non era fatta per il suo
palato d'inglese: il Chianti, troppo aspro per lui.
In
breve il ristorante si era popolato al punto che era rimasto libero un tavolo
soltanto.
I due
amici si preparavano a gustare l'eccellente dessert», pasticcini, frittelle
all'italiana e frutta veramente squisita, quando comparvero due donne, una
signora sulla quarantina accompagnata da una fanciulla ventenne.
Tutti
si voltarono a guardare la fanciulla. Una vera bellezza.
I
suoi occhi neri, vellutati ed ardenti, si guardavano attorno con indifferenza
come se ella non si accorgesse di essere oggetto dell'ammirazione generale.
Jack
ne era incantato.
Lord
Abershaw soltanto continuava a schiacciar noci come se non si fosse accorto di
nulla.
La
fanciulla era vestita con una semplicità che rasentava la povertà. Eppure si
vedeva che tanto lei quanto la signora, sua madre senza dubbio, dovevano essere
persone distinte.
— Edward — bisbigliò Doyle all'amico che
continuava a schiacciar noci. — dove hai
gli occhi? Guarda, perdinci! Non ho mai visto una bellezza come
quell'italiana....
Lord
Abershaw schiacciò un'altra noce e corresse senza alzare gli occhi:
— Messicana!
— Come? La conosci? Perchè non la saluti?
— Caro Jack, queste noci sono
di Sorrento. Noci con un aroma e una pasta simile non crescono sui nostri
alberi. Perchè non ne mangi?
— Ma, Edward, chi può pensare a mangiare noci
in questo momento? Seriamente, Edward: parlavamo di matrimonio, poco fa. Se
potessi far la conquista di una bella fanciulla come quella, ebbene, mi
sposerei! Dio buono, che occhi!
— Ebbene, sposala!
Jack
scrollò il capo.
— Già, facile a dirlo. Scommetto che è
inaccessibile!
— Chi lo sa?
Intanto
gli avventori uscivano a frotte. Dopo un quarto d'ora non restavano ai loro
posti che Edward, Jack e le due messicane.
Nella
stanza accanto c'erano alcuni italiani i quali bevevano il loro Chianti senza
occuparsi di altro.
— Le signore hanno finito di mangiare —
disse Edward. — Vieni, andiamo a
salutarle.
Jack
non sapeva più in che mondo si fosse.
Vedendo
che lord Abershaw si avvicinava, le due signore si alzarono sorridendo e gli
offrirono la mano come ad un buon amico. Jack era al colmo dello stupore.
— Permettete, signore che vi presenti il mio
amico Jack Doyle....
Jack
s'inchinò profondamente mentre lord Abershaw continuava:
— Signora Alma Bennett e signorina Angela
Bennett, sua figlia.
Jack
balbettò qualche cosa di convenzionale, poi, con lord Abershaw, si sedette al
tavolo delle due donne. Lord Abershaw accese una sigaretta e domandò:
— Avete portato la lettera, signora?
La
madre cavò una lettera dalla sua borsetta.
— Eccola, milord. Credo che questa lettera
basterà per informarvi di tutto — e ciò dicendo consegnò a lord Abershaw
una lettera che portava francobolli e timbri esteri.
— Quando me ne saprete dire qualche cosa?
— domandò mentre lord Abershaw riponeva la lettera nel portafoglio.
— Questa sera stessa mi metterò all'opera e
spero di ricuperare quanto un prepotente vi tolse.
— Dubito assai che un uomo sia capace di
restituirmi la mia sostanza. Non conoscete il Messico, milord.
— Ammetto di non conoscere il Messico e di non
essere mai stato a S. Antonio — rispose lord Abershaw. — Studierò le condizioni del paese quando mi
ci troverò.
— Volete proprio intraprendere un tale
viaggio, milord? — interloquì la giovinetta, mentre Jack andava in estasi
al suono di quella voce dal timbro caldo e melodioso.
— Certo. Non saprei altrimenti come si
potrebbe riuscire.
— Ma vi esporrete ad un tremendo pericolo. Il
Messico è un paese pericoloso, io e la mamma ne sappiamo qualche cosa!
Lord
Abershaw sorrise.
— Vi vedo qui vive e sane, signore. Se due
donne riuscirono a partire dal Messico senza perdervi la vita, un uomo non deve
temere i pericoli da cui parlate.
— Dimenticate che la nostra salvezza fu
conquistata con la morte di mio marito e di molti altri valorosi — disse la
donna. — La nostra fuga fino alla
frontiera fu seminata di cadaveri.
Lord
Abershaw scosse la cenere dalla sua sigaretta.
— Signora mia — replicò con la sua solita
calma — si deve temere soltanto il
pericolo che si conosce.
— Non partite, milord — insistè la
giovinetta. — Ho già rimproverato la
mamma per avervi rivelato la nostra storia, tanti sacrificarono la vita per noi
e ora mandare un altro a morte sarebbe commettere un delitto. Rendeteci la lettera
e dimenticate questa dolorosa faccenda.
— Niente affatto — replicò lord Abershaw.
— Non ho mai negato il mio aiuto a chi ne
ha avuto bisogno e ho visto che quando si mira ad un nobile scopo, il fato, la
provvidenza, il cielo, se volete, non negano la loro protezione. La mia fiducia
non falla e con la fiducia sono sicuro di riuscire.
— Non dovete dimenticare che l'avversario,
lungi dall'essere un uomo comune, è una persona intelligente e senza scrupoli,
influente al Messico e che la sua posizione di governatore gli conferisce
l'autorità di un despota. I suoi consiglieri, i suoi accoliti e le sue truppe
sono avventurieri di tutte le nazioni, gente audace e senza scrupoli, contro la
quale un uomo solo non può far nulla.
Lord
Abershaw alzò i suoi occhi neri nei quali si leggeva una ferrea volontà.
— V'ingannate, signorina! Un uomo deciso è
sempre capace di vincere.
— Che Iddio lo voglia — sussurrò la dama.
— Ho piena fiducia in voi.
Lord
Abershaw si alzò accomiatandosi.
Jack
fu obbligato a seguirlo per quanto gli dispiacesse di lasciare la bella
fanciulla.
Mentre
camminavano per una via frequentata, Jack si arrestò e fermò l'amico che era
immerso in riflessioni.
— Che genere di parrucca mi consigli di
comperare? — domandò indicando un negozio da barbiere.
Lord
Abershaw stava pensando al Messico. Dovette compiere uno sforzo per tornare
alla realtà. Guardò Jack, poi le parrucche e fu preso da un'irresistibile
voglia di ridere.
— Ah già.... dimenticavo che hai l'intenzione
di prender moglie!
— Io direi di comperarla nera....
— E comprala nera. Ma fa' presto. Non ho tempo
da perdere. Questa sera parto per il Messico.
— Ma io resto qui, vero? Ho realmente
l'intenzione di prender moglie.
— No, caro Jack, questa volta dovrai rimandare
il tuo matrimonio. Dovrai accompagnarmi al Messico.
— Non è possibile altrimenti?
— Compera la tua parrucca e vieni subito a
casa.
E
così avvenne che Jack, il quale quella mattina passeggiava ancora calmo e
lontano le mille miglia dal pensare ad una donna, comparve alle cinque con una
parrucca di capelli neri inanellati che avrebbe fatto invidia ad un siciliano.
Lord
Abershaw ne rise di cuore.
— La parrucca sei riuscito ad averla.
Conquistare il cuore della signorina però è un altro paio di maniche!
Jack
lo guardò con una fiducia illimitata.
— Mi aiuterai tu a conquistarla, Edward?
— Starà in te guadagnarti il suo cuore. Il
viaggio al Messico è deciso e tanto perchè tu sappia di che cosa si tratta,
leggi questa lettera.
Ciò
dicendo, lord Abershaw gli porse la lettera che la donna gli aveva affidato.
Jack
lesse.
Milady.
Ho saputo, con gioia, che voi
e vostra figlia siete riuscite ad arrivare a Londra sane e salve. Sia lodato
Iddio che ha voluto ascoltare le mie preghiere! Adesso Diaz regna a S. Antonio,
come un tiranno. Mi duole immensamente, ma non posso togliervi la speranza che
un giorno possiate recuperare la vostra sostanza. Da mesi anche Don Pasquiere
langue in prigione e mi aspetto da un momento all'altro la notizia della sua
fucilazione. Così l'insaziabile tiranno avrà anche, i milioni di Don Pasquiere.
L'unico mezzo che resterebbe per intimidirlo, e indurlo forse a rendervi quanto
vi tolse, sarebbe l'intervento dell'Inghilterra. Mi permetto consigliarvi di
tentare di recuperare i documenti che vi danno diritto alle vostre sostanze,
alle haciendas e alle miniere d'oro e d'argento. Poi, con questi documenti alla
mano, potreste far intervenire il governo inglese, voi che siete inglese di
nascita e che, dopo la morte di vostro marito, avete ripreso la cittadinanza
inglese. Con la speranza che vi giunga questa lettera che affido a Mr. Galton,
il commerciante in ferro di nostra conoscenza, mi professo vostro devotissimo.
Dominico, Vescovo di S.
Antonio.
Jack
rese la lettera all'amico.
— Dunque, tu avresti l'intenzione di reclamare
i documenti al tiranno.
Edward
rise.
— No, ragazzo mio, non di reclamarli ma di
prenderglieli.
— Temo che sia più difficile che scassinare la
Banca d'Inghilterra.
— Può darsi. Intanto però ho studiato
l'orario. Partiremo col treno delle undici.
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