lunedì 11 aprile 2016

Vendetta



Vendetta di Natalia Sunner

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Presentazione
Thriller poliziesco, basato sull’indagine di carattere deduttivo che porta alla scoperta del colpevole. Elementi complementari: azione, mistero, avventura, amore.
Ungheria, agli inizi del 1900, anno imprecisato. A Budapest un ladro penetra nell’abitazione del Procuratore del Re per rubare dei documenti. L’attende una sorpresa: nella stanza in cui questi sono riposti trova il cadavere di una donna completamente nuda legata ad una croce ad X. La donna, di una bellezza fuori del comune, è la signora Molnár, moglie del Procuratore del Re, di origine francese e con un passato pieno di mistero.
Ad indagare sul delitto, oltre la polizia, viene incaricato un giornalista del Budapester Zeitung, Miklós Pilinszky. L’indagine non si preannuncia per niente facile. Gli interrogativi che si pone Pilinszky sono: perché la donna, che è stata pugnalata con uno spillone da cappello, si trova legata ad una croce completamente nuda? Una casualità o un rito? Il ladro che è penetrato nell’appartamento è veramente innocente e cosa nasconde con la sua reticenza. Il tenente di cavalleria Dániel Berzsenyi, accusato dell’omicidio, è veramente colpevole? In passato è stato l’amante della vittima? Chi sono gli adepti della Croce Uncinata e che rapporti hanno con Guido von List, creatore di una cerchia di dieci persone denominata Hoher Armanen-Orden, Alto Ordine Armanico, che si propone di finanziare e incoraggiare ricerche storico-religiose e riunire in sé tutti i nomi più importanti dell'esoterismo tedesco e austriaco dell'epoca? In un susseguirsi di colpi di scena in cui, di volta in volta, compaiono altri probabili colpevoli, si dipana una storia avvincente e affascinante che ci porta sapientemente al colpo di scena finale.
Incipit
Un lieve, lievissimo scricchiolio ruppe il silenzio. Poi una mano penetrò attraverso un’apertura praticata nel vetro della finestra. Il filo d’un dispositivo di sicurezza fu tagliato con cautela e la mano armeggiò attorno al catenaccio della finestra. Il telaio si alzò senza rumore e per un secondo la figura d’un uomo si delineò contro il cielo stellato prima che l’intruso balzasse giù dal davanzale sul pianerottolo della scala.
Per qualche minuto egli rimase accoccolato dietro il pesante tendaggio ma il suo ingresso era stato troppo silenzioso per destare qualcuno nella casa. Il silenzio assoluto gli infuse coraggio ed egli cominciò a scendere i gradini in punta di piedi. Attraversò il vestibolo e andò a fermarsi davanti ad un uscio alla sua sinistra. Con cautela girò la maniglia ed entrò nella stanza.
Udiva il proprio respiro nel silenzio greve, mentre richiudeva il battente. Accese una lampadina elettrica tascabile per esplorare l’ambiente: non c’era nessuno. Dopo aver accertato questo punto essenziale l’intruso non perdette tempo, ma sempre camminando con una leggerezza felina attraversò la stanza dirigendosi verso quello che sembrava la porta di una stanza. Una porta blindata.
Piazzando la lampadina in guisa che illuminasse il punto che più l’interessava, l’intruso si diede a manovrare attorno alla serratura della porta. Con sua grande sorpresa si accorse che la serratura della porta blindata era aperta. Che fortuna. Si sarebbe sbrigato in pochi minuti.
Il pesante sportello girò silenzioso sui cardini ben lubrificati e l’uomo, afferrata la lampadina, ne diresse il raggio verso l’interno della stanza. Per un secondo la luce continuò a brillare, poi si spense nella mano divenuta inerte.
Numi del cielo! Era impazzito! Si trattava di una visione scaturita dal suo cervello sopreccitato. Con un disperato sforzo di volontà egli si dominò e lentamente il raggio della lampadina riaccesa risali sino ad illuminare quella cosa orribile collocata al centro della stanza. Una stanza composta da una scrivania, da due poltroncine e da una croce ad X. E sulla croce ad X vi era legata una donna, nuda, completamente nuda, e morta, inequivocabilmente morta.
Gli occhi negli occhi si fissarono, per così dire...il vivo e la morta! L’intruso respirava affannosamente dietro la maschera. La luce si spense di nuovo. Nello stato di terrore senza nome in cui egli si trovava, l’istinto fece per lui ciò che più non poteva la ragione. Annaspò alla cieca con una mano cercando la porta della stanza blindata. Soltanto quando questa fu richiusa l’uomo ritrovò un poco del suo sangue freddo.

In silenzio, misteriosamente com’era entrato, egli svani.

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