lunedì 11 aprile 2016

Le Vergini di Satana



Le Vergini di Satana di Claire Mansfield

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Presentazione
Le Vergini di Satana, a dispetto del titolo, è un romanzo rosa tinto di giallo. Siamo nel 1965, e questo lo si evince dagli altoparlanti intorno all’albergo diffondevano la canzone del momento La Nuit di Salvatore Adamo.
Due giovani ragazze tedesche giungono a Mont Saint-Michel per fare delle fotografie dei luoghi circostanti. Fotografie che devono illustrare il volume Sette Sataniche in Bretagna e Normandia.
Ben presto le due ragazze si accorgono che il loro lavoro non è ben visto dalla Setta Satanica denominata Le Vergini di Satana. Ad avvertirle del pericolo che corrono è il loro stesso editore che si precipita in Francia per essere loro accanto.
Tra Marijam Schwarz, fotografa della Casa Editrice, e Wilhelm Diegelmann, proprietario della Casa Editrice Diegelmann di Berlino, scoppia, loro malgrado, una forte attrazione. A complicare la loro relazione si inserisce un playboy francese, Vincent Cassell, che con il suo fascino latino attrae irresistibilmente Marijam Schwarz, che nella vita non si è mai lasciata andare a nessuna seria trasgressione.
In un susseguirsi di colpi di scena si dipana la trama di un amore e il ritratto di una ragazza complessata.
Incipit
Improvvisamente tutto parve sprofondare nelle tenebre più profonde. Poi, un fulmine colpì il campanile della chiesa che sovrastava il Monte e per la baia si espanse un inatteso fruscio, un vento forte, e la natura cominciò a vibrare. Subito dopo su Monte Saint-Michel si abbatté una cortina di pioggia, e proprio sopra l’abbazia saettò l’accecante serpeggiare di un lampo. Le guglie torreggianti dell’edificio monastico emersero cupe e grandiose, simili a figure di demoni avvolte dal fuoco e dalla cenere.
L’abbazia apparve stranamente indifesa, in balia di una forza più possente della sua. Lungo le piccole strade del borgo vi fu una eccitazione frenetica: ombrelli soffiati via, gonne svolazzanti, un fuggi fuggi in cerca di un riparo.
Diluviò con estrema violenza per una buona mezz’ora, poi la pioggia cessò, rapidamente come era cominciata. Le nubi si dissolsero e scomparvero, il cielo divenne lucente, una fragranza fresca di fiori bagnati si diffuse ovunque. Gli ombrelli scomparvero, riapparvero i gabbiani, e le stradine tornarono ad intasarsi.
Proprio in quel momento, un tassi ancora grondante di pioggia venne a fermarsi con stridore di freni davanti al Le Relais Saint-Michel. Un fattorino si avvicinò prontamente, accingendosi a prendere il bagaglio. C’erano due grandi valige di cuoio, nuove, con una etichetta indicante dei nomi tedeschi e la città di Berlino.
Il concierge guardò con uno sguardo ammirato le due belle ragazze che avanzavano verso di lui e disse:
Avete prenotato? Un attimo, controllo. A che nome, mademoiselles... Marijam Schwarz e Katharina Gärtner. Si. Abbiamo la prenotazione.
Suonò un campanello e all’avvicinarsi di un giovane, aggiunse:
Garçon, per favore! Camera 220... Si, è una suite con due camere da letto, due bagni, un salottino e due terrazze. Ben arrivate!
Dopo essersi sistemate nelle rispettive stanze, Marijam Schwarz, la più anziana delle due, si sentì invadere da un senso di conforto e di benessere. Si tolse il soprabito e si avvicinò alla finestra.
Gli altoparlanti intorno all’albergo diffondevano la canzone del momento La Nuit di Salvatore Adamo: Si je t’oublie pendant le jour, Je passe mes nuits à te maudire, Et quand la lune se retire, J’ai l’âme vide et le cœur lourd.
Se il giorno posso non pensarti, la notte maledico te. Le parole di quella canzone, mentre il suo sguardo spaziava pigramente sul panorama di Mont Saint-Michel, riportarono la mente di Marijam, per un attimo, al delizioso paesino dove era nata e cresciuta, e dove Dietrich Stahl viveva tuttora.
Dietrich era un brillante ufficiale della Luftwaffe e lei ne era stata molto innamorata e forse lo era ancora. Aveva avuto una lunga relazione con il giovane che, al contrario di lei, l’aveva considerata solo un piacevole passatempo.
Quando si era accorta di ciò, Marijam si era trasferita a Berlino e da brava fotografa era diventata la punta di diamante per i servizi fotografici dell’editore Diegelmann. Ciò l’aveva aiutata a superare la sua profonda delusione e il suo dolore ed ora non riusciva più a immaginare la sua vita lontana dal proprio lavoro e dall'atmosfera movimentata della grande città.
Da un vicino campo da tennis, veniva un cicaleccio di voci squillanti che salivano e scendevano di tono secondo l'intensità del gioco, e, più lontano, ai limiti di quel piccolo borgo medioevale, su quella che poteva essere considerata la spiaggia di Mont Saint-Michel, Marijam potè osservare distesa sopra un accappatoio arancione, una bellissima ragazza in topless, immobile, a braccia distese.
Dopo la pioggia torrenziale era tornato il sole ed evidentemente quella ragazza non voleva rinunciare all’abbronzatura o al piacere di farsi ammirare. Marijam continuò ad osservarla con una punta di invidia. Aspettava che accadesse qualcosa. Sentiva che la ragazza stava aspettando qualcuno ed era curiosa di verificare se la sua ipotesi era esatta.
Ma non accadde nulla.
Lasciò la finestra e si avvicinò al piccolo scrittoio posto davanti al letto. Un biglietto attirò la sua attenzione. Un biglietto che non aveva notato quando era entrata per la prima volta nella stanza.
Lo lesse. Era stato redatto con una macchina da scrivere. Conteneva solo due parole: Stai attenta.
Marijam Schwarz lo guardò seccata, ed anche con una certa apprensione. Non riusciva a immaginare chi potesse essere l'autore di quello stupido scherzo. Era arrivata a Mont Saint-Michel solo da poco e nessuno poteva sapere del suo arrivo.
L’editore per il quale lavorava l'aveva mandata in Francia per fotografare tutti i luoghi e i monumenti citati nel Best-Seller del momento Sette Sataniche in Bretagna e Normandia, al fine di organizzare poi un simposio sull’argomento.
Quindi, oltre ad un compito puramente creativo, le era stato affidato anche quello di carattere organizzativo ed era, per questo, che le avevano affiancato una assistente, Katharina, una ragazza allegra e simpatica, con la quale aveva subito fatto amicizia.

Marijam afferrò la cornetta del telefono e chiese al direttore dell’Hotel chi potesse aver messo quel messaggio nella sua stanza. Non era ammissibile che qualcuno entrasse nella sua camera e la minacciasse! Il direttore fece del suo meglio per placarla, assicurandole che avrebbe svolto un'inchiesta tra il personale.

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