Le Vergini di
Satana di Claire Mansfield
Presentazione
Le Vergini di Satana, a dispetto del titolo, è un romanzo
rosa tinto di giallo. Siamo nel 1965, e questo lo si evince dagli altoparlanti intorno all’albergo diffondevano la canzone del momento La
Nuit di Salvatore Adamo.
Due
giovani ragazze tedesche giungono a Mont Saint-Michel per fare delle fotografie
dei luoghi circostanti. Fotografie che devono illustrare il volume Sette Sataniche in Bretagna e Normandia.
Ben
presto le due ragazze si accorgono che il loro lavoro non è ben visto dalla Setta
Satanica denominata Le Vergini di Satana. Ad avvertirle del pericolo che
corrono è il loro stesso editore che si precipita in Francia per essere loro
accanto.
Tra
Marijam Schwarz, fotografa della Casa Editrice, e Wilhelm Diegelmann,
proprietario della Casa Editrice Diegelmann di Berlino, scoppia, loro malgrado,
una forte attrazione. A complicare la loro relazione si inserisce un playboy
francese, Vincent Cassell, che con il suo fascino latino attrae
irresistibilmente Marijam Schwarz, che nella vita non si è mai lasciata andare
a nessuna seria trasgressione.
In
un susseguirsi di colpi di scena si dipana la trama di un amore e il ritratto
di una ragazza complessata.
Incipit
Improvvisamente
tutto parve sprofondare nelle tenebre più profonde. Poi, un fulmine colpì il
campanile della chiesa che sovrastava il Monte e per la baia si espanse un
inatteso fruscio, un vento forte, e la natura cominciò a vibrare. Subito dopo
su Monte Saint-Michel si abbatté una cortina di pioggia, e proprio sopra l’abbazia
saettò l’accecante serpeggiare di un lampo. Le guglie torreggianti
dell’edificio monastico emersero cupe e grandiose, simili a figure di demoni
avvolte dal fuoco e dalla cenere.
L’abbazia
apparve stranamente indifesa, in balia di una forza più possente della sua. Lungo
le piccole strade del borgo vi fu una eccitazione frenetica: ombrelli soffiati
via, gonne svolazzanti, un fuggi fuggi in cerca di un riparo.
Diluviò
con estrema violenza per una buona mezz’ora, poi la pioggia cessò, rapidamente
come era cominciata. Le nubi si dissolsero e scomparvero, il cielo divenne
lucente, una fragranza fresca di fiori bagnati si diffuse ovunque. Gli ombrelli
scomparvero, riapparvero i gabbiani, e le stradine tornarono ad intasarsi.
Proprio
in quel momento, un tassi ancora grondante di pioggia venne a fermarsi con
stridore di freni davanti al Le Relais
Saint-Michel. Un fattorino si avvicinò prontamente, accingendosi a prendere
il bagaglio. C’erano due grandi valige di cuoio, nuove, con una etichetta
indicante dei nomi tedeschi e la città di Berlino.
Il concierge guardò con uno sguardo
ammirato le due belle ragazze che avanzavano verso di lui e disse:
— Avete prenotato? Un attimo, controllo. A che
nome, mademoiselles... Marijam Schwarz e Katharina Gärtner. Si. Abbiamo la
prenotazione.
Suonò
un campanello e all’avvicinarsi di un giovane, aggiunse:
— Garçon, per favore! Camera 220... Si, è una
suite con due camere da letto, due bagni, un salottino e due terrazze. Ben
arrivate!
Dopo
essersi sistemate nelle rispettive stanze, Marijam Schwarz, la più anziana
delle due, si sentì invadere da un senso di conforto e di benessere. Si tolse
il soprabito e si avvicinò alla finestra.
Gli
altoparlanti intorno all’albergo diffondevano la canzone del momento La Nuit di Salvatore Adamo: Si je t’oublie pendant le jour, Je passe mes
nuits à te maudire, Et quand la lune se retire, J’ai l’âme vide et le cœur
lourd.
Se il giorno posso non
pensarti, la notte maledico te. Le parole di quella canzone, mentre il suo sguardo spaziava
pigramente sul panorama di Mont Saint-Michel, riportarono la mente di Marijam, per
un attimo, al delizioso paesino dove era nata e cresciuta, e dove Dietrich Stahl
viveva tuttora.
Dietrich
era un brillante ufficiale della Luftwaffe e lei ne era stata molto innamorata
e forse lo era ancora. Aveva avuto una lunga relazione con il giovane che, al
contrario di lei, l’aveva considerata solo un piacevole passatempo.
Quando
si era accorta di ciò, Marijam si era trasferita a Berlino e da brava fotografa
era diventata la punta di diamante per i servizi fotografici dell’editore
Diegelmann. Ciò l’aveva aiutata a superare la sua profonda delusione e il suo
dolore ed ora non riusciva più a immaginare la sua vita lontana dal proprio
lavoro e dall'atmosfera movimentata della grande città.
Da
un vicino campo da tennis, veniva un cicaleccio di voci squillanti che salivano
e scendevano di tono secondo l'intensità del gioco, e, più lontano, ai limiti
di quel piccolo borgo medioevale, su quella che poteva essere considerata la
spiaggia di Mont Saint-Michel, Marijam potè osservare distesa sopra un
accappatoio arancione, una bellissima ragazza in topless, immobile, a braccia
distese.
Dopo
la pioggia torrenziale era tornato il sole ed evidentemente quella ragazza non
voleva rinunciare all’abbronzatura o al piacere di farsi ammirare. Marijam
continuò ad osservarla con una punta di invidia. Aspettava che accadesse
qualcosa. Sentiva che la ragazza stava aspettando qualcuno ed era curiosa di
verificare se la sua ipotesi era esatta.
Ma
non accadde nulla.
Lasciò
la finestra e si avvicinò al piccolo scrittoio posto davanti al letto. Un
biglietto attirò la sua attenzione. Un biglietto che non aveva notato quando
era entrata per la prima volta nella stanza.
Lo
lesse. Era stato redatto con una macchina da scrivere. Conteneva solo due
parole: Stai attenta.
Marijam
Schwarz lo guardò seccata, ed anche con una certa apprensione. Non riusciva a
immaginare chi potesse essere l'autore di quello stupido scherzo. Era arrivata
a Mont Saint-Michel solo da poco e nessuno poteva sapere del suo arrivo.
L’editore
per il quale lavorava l'aveva mandata in Francia per fotografare tutti i luoghi
e i monumenti citati nel Best-Seller del momento Sette Sataniche in Bretagna e Normandia, al fine di organizzare poi
un simposio sull’argomento.
Quindi,
oltre ad un compito puramente creativo, le era stato affidato anche quello di
carattere organizzativo ed era, per questo, che le avevano affiancato una
assistente, Katharina, una ragazza allegra e simpatica, con la quale aveva
subito fatto amicizia.
Marijam
afferrò la cornetta del telefono e chiese al direttore dell’Hotel chi potesse
aver messo quel messaggio nella sua stanza. Non era ammissibile che qualcuno
entrasse nella sua camera e la minacciasse! Il direttore fece del suo meglio
per placarla, assicurandole che avrebbe svolto un'inchiesta tra il personale.
Nessun commento:
Posta un commento